MILANO - Piazza Duomo: addio palme e banani, arrivano rododendri e canfore
Il rinnovamento delle aiuole è curato da Oasi Zegna di Ermenegildo Zegna, che si è aggiudicata la gara per la sistemazione del piccolo giardino in centro città
Nel 2017, non mancarono le polemiche quando in Piazza Duomo a Milano comparvero palme e banani. La sistemazione delle aiuole antistanti Palazzo Carminati, realizzata da Starbucks su un progetto del paesaggista Marco Bay, divise la metropoli lombarda tra sostenitori dell’iniziativa, che ne apprezzarono l’originalità, e detrattori che contestarono la mancanza di aderenza alla storia cittadina.
Ora si cambia. Dopo sette anni sono in via di rimozione le piante esotiche che lasceranno il posto a rododendri e canfore. È stata Oasi Zegna di Ermenegildo Zegna ad aggiudicarsi il bando per la sistemazione del piccolo giardino nel salotto più centrale di Milano. La partnership durerà tre anni e le aiuole saranno consegnate in occasione del Salone del Mobile (16-21 aprile). «Questo ambizioso progetto trae ispirazione dal dipinto del 1957 di Dino Buzzati, “Piazza del Duomo di Milano”, dal quale emerge uno stimolante dialogo tra città e natura e mira a promuovere il ruolo fondamentale di quest’ultima riflettendo sulle istanze contemporanee di sostenibilità», si legge in un comunicato di Ermenegildo Zegna Group.
Palme e banani, colpiti da un parassita, saranno portati nelle serre comunali per essere curati e in seguito ricollocati in terreni a loro favorevoli, individuati nei mesi scorsi da Palazzo Marino. La nuova veste prevede una struttura di base permanente composta da quattro boschetti di canfore a cespuglio disetanee e piante fiorite soggette a rotazione: rododendri dall’autunno alla tarda primavera e filadelfi nel resto dell’anno. Le due specie, secondo i progettisti, garantiranno la creazione di un habitat favorevole alla presenza di farfalle e insetti impollinatori. A fine ciclo le piante verranno ripiantate all’Oasi Zegna, sulle Alpi biellesi.
«L’aiuola di piazza Duomo è un piccolo ambito ma simbolico», ha dichiarato l’assessore al Verde, Elena Grandi, «e molto amato da cittadini e cittadine. È giusto che da qui parta il racconto del verde non più e non solo come ornamento estetico, ma anche e soprattutto per la sua funzione vitale nell’equilibrio ecosistemico».
Ora, nessuno discute il valore paesaggistico della canfora. Resta il fatto che in un volume del 2010, intitolato “La flora esotica lombarda” e curato da Enrico Banfi e Gabriele Galasso, due voci autorevoli in materia, alla voce falso canforo (Cinnamomum glanduliferum) si legge: nel passato questa specie era stata confusa con il vero canforo (C. canphora) di cui non è nemmeno certa la presenza colturale nel nostro territorio…
Michele Mauri
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