Lombardia: gli sfalci del verde generati dal florovivaismo saranno classificati come sottoprodotti e non come rifiuti
È quanto stabilito da una delibera della Giunta regionale proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima di concerto con quello all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste
La Giunta della Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima di concerto con quello all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, una delibera che contiene le indicazioni per la gestione dei residui della manutenzione del verde pubblico e privato.
Il documento fornisce indicazioni agli operatori della manutenzione del verde, chiarendo quando i residui possano essere esclusi dall’ambito di applicazione della normativa rifiuti e quando possano essere classificati come sottoprodotti.
In pratica, Indipendentemente dal fatto che derivino da attività del verde pubblico o privato e a che a produrli sia una azienda agricola o una impresa artigiana, i materiali residui che derivano alle attività di cura del verde urbano, come sfalci dell’erba e potature di siepi e alberi, possono essere considerati sottoprodotti e, come tali, reimpiegati per migliorare le stesse aree verdi, per le normali pratiche agricole come la fertilizzazione dei suoli, per la produzione di biogas/biometano o per lo sviluppo di filiere innovative legate alla valorizzazione del materiale vegetale, come quella del riuso del legno urbano.
«Ancora una volta la collaborazione con le istituzioni ha portato ad un risultato importante», afferma Nada Forbici, Presidente di Assofloro e Coordinatore della Consulta Nazionale Florovivaismo Coldiretti. «La delibera, che conferma quanto Coldiretti e Assofloro sostengono da tempo, ha un impatto importante sull’ambiente e sul lavoro di chi si occupa di cura del verde. Semplifica l’attività delle imprese mettendole al riparo da interpretazioni non corrette e quindi da sanzioni e fa bene all’ambiente perché si evita la produzione di rifiuti, si creano occasioni e opportunità per la valorizzazione di una risorsa che può essere utilizzata attraverso varie attività e filiere, nell’ottica di una vera economia circolare e per un miglioramento qualitativo delle aree verdi». Le indicazioni di Regione Lombardia, aggiunge Nada Forbici, tutelano le aziende florovivaistiche anche dalla concorrenza sleale del lavoro nero, che continua ad essere una vera e propria piaga per il settore e che a volte è incentivata proprio dall’eccessiva burocrazia e dai costi che questa genera.
Plaude alla decisione anche il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: «Era necessario un intervento efficace in grado di consentire alle imprese agricole, florovivaistiche e della manutenzione del verde di avvalersi degli strumenti di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi previsti in materia di sottoprodotto, tenuto anche conto dei risultati positivi che derivano dall’impiego di sfalci e potature negli appalti pubblici verdi attraverso i criteri ambientali minimi».
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