Stop pesticidi, a giugno un referendum in Svizzera
L’iniziativa popolare chiede di vietare l’uso di pesticidi sintetici nella produzione agricola e di concedere sovvenzioni solo alle aziende che non impiegano tali sostanze. JardinSuisse respinge entrambe le iniziative
Il prossimo 13 Giugno, il popolo svizzero sarà chiamato a esprimersi su cinque temi che vanno dalle questioni ambientali alla lotta al terrorismo. Due iniziative riguardano in particolare l’agricoltura, quella sull’acqua potabile e il divieto di usare pesticidi nella produzione, nella cura del suolo e del paesaggio nonché di proibire l’importazione a fini commerciali di derrate alimentari contenenti pesticidi sintetici o per la cui produzione sono stati utilizzati tali pesticidi.
JardinSuisse, associazione di imprenditori del verde che riunisce 1.700 membri provenienti dagli ambiti del florovivaismo, del giardinaggio e del paesaggismo, del commercio al dettaglio, respinge entrambe le iniziative.
In un comunicato l’organizzazione fa sapere che i propri associati sono molto impegnati sul fronte della biodiversità e utilizzano i prodotti fitosanitari con parsimonia. Tuttavia lo sviluppo di nuovi metodi di lotta alternativi richiede tempo, e ciò vale sia per i produttori di piante ornamentali sia per i giardinieri paesaggisti.
Per molti dei seicento produttori che aderiscono alla sigla, l’iniziativa "Per una Svizzera senza pesticidi sintetici" non è attuabile nel lasso di tempo previsto e minaccia quindi l’esistenza delle aziende.
L’associazione sostiene un’altra soluzione, considerata più realistica e attuabile, e che non mette a repentaglio imprese e posti di lavoro. Si tratta di un’iniziativa parlamentare che non sarà sottoposta al voto popolare e che prevede la riduzione del 50% entro il 2027 dei rischi per le acque, l’acqua potabile e gli ambienti naturali provocati dall’utilizzo di prodotti fitosanitari.
Michele Mauri
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