Sorpresa: la ninfea più piccola al mondo non è estinta, vive ancora nel Ruanda meridionale

È quanto scoperto da una missione di ricercatori italo-tedeschi che si sono imbattuti in una popolazione abbondante e vitale di questa pianta ritenuta estinta dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) già dal 2010. Ora bisogna garantirne la salvaguardia

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Il prof. Thomas Abeli e i membri della comunità al momento della riscoperta della Nymphaea thermarum

 

L’emozione deve essere stata davvero forte per Thomas Abeli, Siegmar Seidel, Sarah Marie Müller, Jean Marie Habiyakare quando, grazie anche alla collaborazione della comunità locale, si sono trovati di fronte a una popolazione abbondante e vitale di Nymphaea thermarum Eb. Fisch., la ninfea più piccola al mondo, considerata estinta dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel 2010, dato poi ribadito nel 2019.

L’eccezionale riscoperta è avvenuta nel Ruanda meridionale, area di cui la pianta, descritta per la prima volta nel 1987 dal professor Eberhard Fischer dell’Università di Coblenza in Germania, è endemica. I ricercatori non hanno rivelato l’esatta ubicazione della popolazione ritrovata per evitare eventuali danneggiamenti da parte di appassionati e collezionisti di piante acquatiche.

tb nuova scoperta Nymphaea thermarum Foto T. Abeli 02 min

«La riscoperta è certamente una buona notizia», ha commentato il professor Thomas Abeli del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre, uno dei componenti della missione. «Tuttavia ci sono minacce imminenti per la specie, in particolare dovuti all’attività mineraria. Il percorso per conservare questa rara e iconica ninfea è tutt’altro che facile e richiederà uno spirito di collabora-zione tra diverse parti interessate».

«Con diverse incognite sulla biologia, sull’ecologia e sulla genetica, la riscoperta di questa straor-dinaria pianta è solo l’inizio di una più estesa ricerca che, si spera, porterà alla conservazione di questo gioiello ruandese», ha aggiunto Siegmar Seidel, che lavora all’Università di Coblenza insieme a Sarah Marie Müller e Jean Marie Habiyakare.

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