“Nei giardini di Hesse: tra compost, arte e consapevolezza”: la mostra dedicata allo scrittore che trovò risposte tra aiuole fiorite, cumuli di compost e alberi da frutto

In corso fino al primo Febbraio 2026 in Canton Ticino (Svizzera), l’evento guida attraverso i giardini progettati e descritti dal premio Nobel Hermann Hesse: non semplici luoghi verdi ma spazi di trasformazione personale, riflessione e discorso politico

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Hermann Hesse nel 1935, al lavoro nel giardino della Casa Rossa di Montagnola (Svizzera) ©Martin Hesse Erben

 

L’estrema attualità del pensiero ecologico di Hermann Hesse - uno dei più importanti scrittori di lingua tedesca del XX secolo e premio Nobel per la letteratura nel 1946 – è al centro della mostra “Nei giardini di Hesse: tra compost, arte e consapevolezza” in corso fino al primo Febbraio 2026 presso il Museo Hermann Hesse Montagnola (Canton Ticino, Svizzera), situato nella località in cui egli trascorse la seconda metà della sua vita e scrisse i celebri romanzi “Siddhartha”, “Narciso e Boccadoro” e “Il giuoco delle perle di vetro”.

Hesse non fu solo scrittore, poeta, pittore e viaggiatore, ma anche giardiniere: «per tutta la vita, il lavoro nelle aiuole e negli orti è stato un equilibrio indispensabile per la sua scrittura e, allo stesso tempo, una fonte di ispirazione letteraria», spiegano dal Museo. «Fin da bambino si sentiva profondamente legato alla natura. Era affascinato dai Narcisi e dagli Abeti nel giardino dei suoi genitori e, in seguito, coltivò con entusiasmo aiuole di fiori e ortaggi, adattando continuamente la sua idea di giardino ideale alle mutevoli circostanze della vita. Le esperienze biografiche di sradicamento e radicamento segnano sia i suoi progetti di giardino che i suoi testi e acquerelli dedicati a questi luoghi. In racconti e poesie come “La casa dei sogni”, “Ore nell’orto” e “L'ultima estate di Klingsor”, utilizza i motivi del giardino per affrontare temi umani fondamentali: il compost, ad esempio, diventa un simbolo dell'equilibrio naturale e dell'eterno ciclo di morte e rinascita».

 

Nel giardinaggio c'è qualcosa di simile alla presunzione e al piacere della creazione

Hermann Hesse, "In giardino"

 

Grazie a brani tratti dalle sue opere, acquerelli e documenti storici, la mostra curata da Marcel Henry e Céline Burget conduce negli spazi verdi progettati e descritti da Hesse, illuminando il legame tra la sua attività letteraria e il lavoro fisico e sensoriale nel giardino. «L’esposizione di Montagnola esplora le diverse sfaccettature di questi luoghi verdi come spazi di trasformazione personale, di riflessione e di dibattito sociale», approfondiscono gli organizzatori. «Attraverso approcci sensoriali, invita il pubblico a scoprire i giardini di Hesse come un microcosmo, in cui il piccolo e il quotidiano assumono una dimensione più ampia. Il giardino diventa così un palcoscenico di cultura e creatività, di crescita e cambiamento».

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L'angolo della mostra dedicato alla Magnolia, secondo Hesse simbolo dell'estate al Sud ©Museo Hermann Hesse Montagnola

 

All’esterno del Museo si trova l'installazione “Kompostisch” / “Compostavolo”, ideata e realizzata dagli studenti dell'Accademia di architettura di Mendrisio. “Compostavolo” permette agli abitanti di Montagnola di consegnare il proprio compost per trasformare i rifiuti verdi in nuova terra fertile, diventando così parte della “visione” di Hesse e contribuendo a creare una vita in armonia con i cicli naturali. L'humus ottenuto costituisce la base del progetto partecipativo #GiardiniPoetici, che coinvolge diverse realtà associative locali.

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Il Compostavolo, invito alla popolazione ad avvicinarsi alla decomposizione, considerata da Hesse come la base per una nuova vita e una fase inevitabile di ogni sviluppo organico ©Museo Hermann Hesse Montagnola

 

Francesca Trabella

Giornalista da vent'anni, nel mondo del verde dalla nascita. Ho iniziato come ghost-writer per mio padre, il compianto paesaggista Emilio, per poi intraprendere la mia strada, che mi ha portato dagli studi di lingue alle rubriche di giardinaggio pratico e di psicologia per i periodici femminili, fino alle prestigiose pagine de Il Floricultore, per il quale mi metto in gioco in particolare su trend, marketing e personaggi

 

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