Fondi Sviluppo Rurale 2014-2020, Italia ha speso solo il 58% delle risorse disponibili

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Ottime le performance della Provincia autonoma di Bolzano, del Veneto e della Valle d’Aosta, gravi ritardi in alcune regioni del Sud, Puglia in testa

 

Al 31 dicembre 2020 l’Italia ha utilizzato 12.1 miliardi di euro dei fondi ad essa assegnati per l’intero periodo 2014-2020 attraverso i Programmi di sviluppo rurale, cofinanziati dall’Unione europea grazie al Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Si tratta del 58% del totale che ammonta a 20.9 miliardi di euro. I restanti 9 miliardi potranno essere utilizzati nei prossimi 3 anni in virtù della regola che estende fino al 2023 la scadenza per spendere tutte le risorse del settennato.

 

PRIMI E ULTIMI DELLA CLASSE

Si conferma stabile il trend di spesa degli ultimi anni nel settore dello sviluppo rurale: 3.19 miliardi nel 2018, 3.03 miliardi nel 2019 e 3.05 miliardi nel 2020. Le amministrazioni che hanno fin qui manifestato la migliore capacità di impiegare le risorse disponibili sono la Provincia autonoma di Bolzano, il Veneto e la Valle d’Aosta, con un avanzamento complessivo della spesa, rilevata sull’intero periodo, rispettivamente pari al 78.3%, 69.5% e 67.4% della dotazione assegnata. I ritardi maggiori si riscontrano a carico di alcune Regioni del Sud. Permangono problemi di spesa a carico della Puglia, che già lo scorso anno non aveva superato il vincolo del disimpegno e aveva evitato solo in extremis la perdita delle risorse ad essa assegnate.

 

PRIORITÀ DI SPESA PER LA DIGITALIZZAZIONE E LA SOSTENIBILITÀ

I 20.9 miliardi di euro complessivamente disponibili per l’intero periodo 2014-2020 sono in larga parte destinati a sostenere investimenti e azioni volti ad accelerare il processo di transizione digitale ed ecologica del settore agricolo, che è chiamato a impegni sempre più stringenti in materia di sostenibilità economica, ambientale e sociale anche al fine di mantenere il proprio livello di competitività in ambito internazionale.

Oltre un quarto (27.3%) dei finanziamenti è riservato alle imprese agricole ed agroalimentari che intendono introdurre innovazioni nei processi produttivi. Il 22.1% è indirizzato a quelle che mettono in atto impegni particolarmente virtuosi dal punto di vista ambientale (in particolare agricoltura biologica, con quasi il 10% delle risorse programmate). Il 7.8% dei fondi è riservato alle imprese agricole che operano in aree montane e svantaggiate, il 7.1% è finalizzato al sostegno dei giovani che desiderano avviare nuove attività imprenditoriali in questo settore, mentre il 7.0% dei fondi è destinato a indennizzare gli agricoltori danneggiati da calamità naturali conseguenti ai cambiamenti climatici.

 

Alle altre misure dei Programmi di sviluppo rurale sono assegnate quote via via decrescenti che possono essere consultate qui www.reterurale.it/.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 


 

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