Orti di quartiere a Roma per seminare benessere e partecipazione
Guidati da “Zappata Romana”, oltre 70 associazioni e molti cittadini chiedono alla sindaca Raggi di coinvolgere la comunità nell’assegnazione delle aree da coltivare
Nata a Roma nel 2010, l’associazione “Zappata Romana” mira a trasformare terreni abbandonati in orti e spazi verdi dove svolgere anche attività culturali e didattiche. All’interno di questo percorso lo scorso anno è stato presentato il progetto “Coltiviamo la città, un orto per quartiere”, che è risultato il secondo più votato nel Bilancio Partecipativo 2019 del Comune di Roma. All’iniziativa, da attuarsi nel 2020, è stato riservato un budget di 550 mila euro.
A fine aprile i promotori hanno lanciato un appello alla sindaca Virginia Raggi per chiedere che nella scelta e nell’assegnazione delle aree da coltivare sia coinvolta tutta la collettività. In una settimana 73 associazioni e oltre 140 cittadini hanno sottoscritto l’istanza. È ancora possibile aderire, basta inviare una email, come singola persona o come associazione, a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
L’appello interpreta un’esigenza che va ben oltre la classica figura del pensionato dedito a coltivare un po’ di verdure per passare il tempo. L’orto oggi si candida a interpretare nuove esigenze e nuovi stili di vita, dalla possibilità di assaporare prodotti più freschi e genuini, coltivati con metodo biologico, alla necessità di recuperare una dimensione extraurbana e riscoprire i tempi e i cicli della natura, senza trascurare neppure il fatto che può incidere favorevolmente sul bilancio familiare.
Ed è proprio per salvaguardare il valore sociale, educativo e culturale dell’orto che si chiede al Campidoglio di non considerare il progetto “Coltiviamo la città, un orto per quartiere” alla stregua di una qualsiasi opera pubblica, bensì di “seminare partecipazione”.