Sulle tracce delle mutazioni che hanno ridotto l’acidità del limone
EUGENIO BUTELLI | Il ricercatore italiano in forza al John Innes Centre di Norwich (UK) mostra due esemplari di limoni a bassa acidità
Messo in luce anche il ruolo della cultura ebraica nella diffusione dell’agrume nel bacino del Mediterraneo
Utilizzando analisi genetiche per rintracciare la mutazione che ha ridotto di mille volte l’acidità del limone, i ricercatori del John Innes Centre, in Inghilterra, hanno messo in luce anche il ruolo della cultura ebraica nella diffusione dell’agrume nel bacino del Mediterraneo. «Alcuni ritenevano che questa mutazione fosse recente e originata in Corsica – ha affermato l’italiano Eugenio Butelli, autore della ricerca, ma in realtà è molto antica». I ricercatori, infatti, hanno identificato un gene, battezzato Noemi, quale fattore chiave della regolazione dell’acidità del frutto e hanno individuato sue specifiche mutazioni in diverse specie e ibridi di Citrus privi di acidità e utilizzati, in virtù di tale caratteristica, nella festa ebraica del Sukkot.
Una delle mutazioni corrisponde esattamente a quella riscontrata nella varietà “mani di Buddha”, coltivata in Cina già 3.300 anni fa. Ulteriori analisi hanno poi riscontrato la presenza dell’allele Noemi anche nel limone dello Yemen e nel limone greco usati nel Sukkot, così come nell’etrog, il nome ebraico del cedro, presumibilmente citato nei testi sacri, quando si parla di “limone dolce”.
[Tratto da IL FLORICULTORE, Marzo 2019]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ARTICOLI CORRELATI |
Ricerca: ecco Noemi, il gene che addolcisce gli agrumi
Fiori + blu, agrumi + aspri: sono responsabili gli stessi geni