BASILICO, il più amato dagli italiani

Figli d'Italia e del mondo svezzati con pizza e pesto! A noi il basilico piace, piace tanto e quando stacchiamo quella fogliolina non sappiamo dove finisce l'olfatto e dove inizia il gusto

 

di Anny Pellecchia

 

L’estate è arrivata finalmente! I negozi dei fioristi puntano molto sull’esposizione all’esterno. La clientela, non più perseguitata dal freddo, si sofferma con curiosità e piacere tra le piante quasi fossero in un giardino; alcune cassette però traboccanti di foglie colore verde brillante hanno il sopravvento su tutte le altre varietà: «Che belle “teste di basilico”, ne prendo una!». Sorrido: «Prego faccia pure, prenda la “testa” che più le piace». Prima correggevo, ribattendo: «Un vaso di basilico!», adesso lascio correre; del resto, ripensandoci, quanto Boccaccio è rimasto nella nostra cultura se inconsapevolmente riportiamo in vita con le parole il vaso di basilico più famoso della letteratura italiana? Ve la ricordate la novella trecentesca del Decamerone? Ma certo, il vaso di basilico di Elisabetta da Messina, nel quale la giovane aveva seppellito la testa dell’innamorato ucciso a tradimento dai fratelli di lei e sul quale piangeva lacrime inconsolabili. Italiani, un popolo che non finirà mai di stupirmi!

Intanto il basilico in negozio va letteralmente a ruba: si vende proprio tanto e non fa distinzioni di classe, ricchi e poveri si inchinano al suo cospetto per poterne portare un vaso a casa.

basilico foto copyright Anny Pellecchia min

Ocimum basilicum il tuo nome deriva dal greco basileus che significa “Re”. E sei davvero il re più amato d’Italia, da sud a nord.

La tavola mette sempre tutti d’accordo! Mi disse una simpatica cliente mentre si avvicinava al bancone con la sua bella pianta di basilico tra le mani: «Con la crisi ci siamo levati tutti i vizi, tranne uno: il mangiare!». Quanto mi fece ridere, ma in fondo non aveva torto, gli italiani sono davvero bravi in cucina!

basilico pizza regina margherita min

Ed eccola quella foglia di basilico troneggiare su un bel piatto di pasta al sugo, sull’insalata di pomodori, sulla pizza di don Raffaele Esposito, il migliore pizzaiolo di Napoli! La storia andò così: era il 1889 e i Re di Savoia Umberto e Margherita vollero concedersi il lusso di una serata popolare durante le vacanze estive nella Reggia di Capodimonte a Napoli. La pizza classica al quel tempo era condita con sugna, basilico e formaggio. Buona, buonissima, ma don Raffaele si rese conto che non era confacente ai gusti delicati della Regina. Ebbe un’idea geniale: preparò una pizza tricolore con mozzarella, pomodoro e basilico. Quindi con i colori rosso, bianco e verde! La Regina capì l’omaggio che le era stato fatto e domandò come si chiamasse la favolosa pizza. «Come voi Maestà, Margherita, Pizza Margherita!», rispose don Raffaele, il ruffiano!

Non conosco la storia del pesto, ma condivido il detto “I foresti che assazan o pesto no se ne van ciù da Zena” (I forestieri che assaggiano il pesto non vanno più via da Genova).

Figli d’Italia e del mondo svezzati con pizza e pesto! Sì, perché anche questo ha fatto l’Italia, ha regalato al mondo due piatti favolosi. Comunque non c’è pietanza che non accolga con gratitudine una foglia profumata di basilico: carne, uova, formaggi, pesce, zuppe, pane, pasta, crostacei, frutta ecc.

Durante una vacanza a Santorini, in Grecia, notai che i vasi di basilico erano usati solo come piante decorative e molto spesso portavano un biglietto con la scritta in italiano “Non toccare”. Mi disse poi il proprietario di un bar che gli italiani non resistono alla tentazione e l’unico modo per salvaguardarle era la scritta intimidatoria!

basilico foto copyright Il Floricultore Agrital Editrice min

Ma che ci possiamo fare?! A noi il basilico piace, piace tanto e quando stacchiamo quella fogliolina non sappiamo dove finisce l’olfatto e dove inizia il gusto! Davvero i due sensi sono inseparabili.

Eppure il basilico non ha origini italiane, proviene da terre lontane, dall’India, dalla Persia. Un sultano scrisse molti secoli fa: «La donna è come un frutto che esala la sua fragranza solo quando una mano la strofina. Prendi ad esempio il basilico: se non lo scaldi tra le dita non sprigiona il suo profumo […] Con la donna accade lo stesso, se non la incoraggi con baci e carezze […] non otterrai quel che desideri, non proverai piacere quando condividerai con lei la tua ottomana e lei non sentirà affetto per te» (dal “Giardino profumato”).

FELICE ESTATE A TUTTI!!!

[Tratto da IL FLORICULTORE, Luglio-Agosto 2011]

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

  


Anny Pellecchia

>> Cresciuta nello storico negozio di fiori di famiglia a Salerno e in un giardino incantato realizzato da mio padre Ugo Pellecchia non potevo che continuare la tradizione e scrivere le mie "Riflessioni tra i fiori" per Il Floricultore. Perché il mondo del verde ha sempre qualcosa da raccontare!

       

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