garofani giardino 02 foto copyright Nunziata IlFloricultore min

 

GAROFANO, fiore degli dei,

ha fatto sognare i popoli

 

Da chi lo usava per aromatizzare il vino delle truppe alle fazioni politiche che se lo appuntavano al petto, il Dianthus, carnoso e compatto, è sempre stato fonte di ispirazione. Oggi, in Italia, lo si ama meno di un tempo. Le varietà nane invertiranno la tendenza?

 

di Anny Pellecchia

 

«Na pianta ‘e carofane russe / A’ coppa

a sta loggia me dice / Venite, v’aspetta…

saglite: e’ chesta na sera felice … /

V’aspetta saglite… / Saglite!”

[Diego Petriccione]

  

Una pianta di garofani rossi / sopra a questa loggia mi dice / Venite, vi aspetta, salite: questa è una sera felice / Vi aspetta salite / Salite». Eppure la gente non accoglie questo invito dei garofani, un fiore così antico, così generoso, così poetico.

Vivo in un’area geografica, la Campania, dove non si amano i garofani. Non li propongo più in negozio, arresa dopo aver ascoltato, fin da piccola, fiumi di parole da parte di mio padre con i clienti, nel decantare la bellezza di questo fiore.

Per farlo felice chiesi di addobbare la chiesa delle mie nozze con garofani. Sia io che mio padre, quel giorno, sapevamo bene che non stavamo festeggiando me, ma loro: mille garofani bianchi finalmente liberi di esprimersi dopo anni di pregiudizi.

Anche il mio nomignolo, incollatomi appena uscita dal ventre di mia madre, fu quello di una varietà di garofano rosa, ‘Anny’. Un fiore antico, sempre usato in negozio da mio nonno Arturo, durante gli anni di guerra. Il mio vero nome è Anna Maria, custodisco il ricordo di mia zia che nel giorno di Sant’Anna mentre lavorava in negozio con i fratelli fu invitata da amici a fare un giro in macchina fino a Pompei. Ci fu un incidente, aveva 19 anni, non tornò più. Porto il suo nome per rispetto di un dolore mai finito, ma questa è un’altra storia. Sulla carta d’identità, proprio come me, il garofano ha un nome con cui nessuno lo chiama: “Dianthus”.

  

NOME CHE FONDE “DIOS” E “ANTHOS”

Non si sa perché Linneo decise, nella sua catalogazione botanica, di chiamarlo così. Fuse le due voci greche “dios”e “anthos”, fiore degli dei! Se attraversiamo l’Europa nessun popolo, dall’Inghilterra (carnation) alla Spagna (clavel), dalla Francia (oeillet) alla Germania (nelke), sembra averlo adottato.

I mussulmani d’Africa coltivavano questo fiore per dar profumo ai liquori, i romani, a loro volta solerti al buon bere, presero dalle colonie africane questo piacere mettendo i fiori nel loro vino per aromatizzarlo. Il suo profumo è somigliante a quello della spezia (i chiodi di garofano che invece è l’Eugenia caryophillata), donde la confusione tra le due piante, ed anche la confusione sull’origine del suo nome popolare: caryophyllus - garyphillus - garofillo - garofano.

  

garofani mix dianthus foto copyright Funnyhowflowerdothat.co.uk min

 

QUANDO FU SIMBOLO DI PASSIONI POLITICHE

Attraverso le letture ho potuto notare che il garofano ha avuto nella maggior parte della sua storia sempre un ruolo politicamente simbolico.

Lo portavano i soldati del Gran Condé, come simbolo di valore, i nobili francesi mentre si recavano al supplizio, Napoleone scelse il garofano rosso per i nastrini della Légion d’Onore, garofani bianchi simboleggiavano i monarchici francesi, la regina Maria Antonietta avrebbe ricevuto molti messaggi nascosti nei calici dei garofani, i rossi invece rappresentavano i rivoluzionari francesi, i seguaci di Georges Boulanger si facevano riconoscere con un garofano, fino a diventare il simbolo del socialismo.

Allontanandomi dalle idee ideologiche o politiche, personalmente amo il garofano per quello che è, semplicemente un bel fiore. Il grande garofano dal fiore reciso carnoso e compatto, dai colori incredibilmente ammalianti viene coltivato anche nella mia regione, la Campania, ma per i mercati esteri. Mi viene un piccio da bambina (capriccio – NdR), quando incontro i floricoltori alle fiere, e il piccio raddoppia e si fonde a una punta d’orgoglio quando trovo i garofani italiani a Parigi o a Londra! Una vera beffa mi dico, osannati lì, snobbati in terra natale!

  

garofani giardino foto copyright Nunziata IlFloricultore min

  

MERAVIGLIE IN SEDICESIMO

Una bella rivincita però in suolo italico i garofani la stanno conquistando. Negli ultimi anni sono state selezionate numerose varietà di garofani nani. Deliziose piantine in vaso a cespuglietti bassi con fioriture ben compatte, durature, soavemente profumate stanno catturando l’interesse del pubblico.

Da gennaio a giugno mai faccio mancare in negozio cassette di queste meraviglie. Sono felice quando i clienti si soffermano ad ammirarle. So che dopo aver citato alcuni versi di una famosa canzone napoletana, subito o dopo qualche giorno, torneranno per portare sui propri davanzali un vaso di garofani: «A Marechiaro ce sta na fenesta / la passione mia ce tuzzulèa, / nu garofano addora int’a na testa, / passa l’acqua pe sotto e murmurea…» (Salvatore Di Giacomo-Tosti 1886).

 

[Tratto da IL FLORICULTORE, Marzo 2015]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

  


 

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Anny Pellecchia

>> Cresciuta nello storico negozio di fiori di famiglia a Salerno e in un giardino incantato realizzato da mio padre Ugo Pellecchia non potevo che continuare la tradizione e scrivere le mie "Riflessioni tra i fiori" per Il Floricultore. Perché il mondo del verde ha sempre qualcosa da raccontare!

       

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