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Mimose nel segno della donna,

dell'ambiente e del Made in Italy

 

La fioritura anticipata e il passaggio di Burian hanno compromesso il raccolto e fatto impennare i prezzi. Gli appelli di Asproflor e Coldiretti che invitano per la Festa della Donna a regalare ramoscelli da scegliere rigorosamente nelle reti di vivai e fioristi della propria città

 

Anche l'otto Marzo 2018 ha dovuto fare i conti con le anomalie climatiche: prima le temperature miti che hanno accelerato la fioritura, poi il passaggio di Burian, un’ondata di freddo anomalo per il periodo che ha invaso l’Italia da nord a sud e ha costretto ad anticipare la raccolta della mimosa per sottrarre i fiori alla morsa del gelo siberiano. Nonostante tutto però saranno circa 12 milioni i ramoscelli di mimosa che verranno donati, secondo le stime di Coldiretti.

I danni provocati dal ritorno improvviso di ghiaccio e neve nelle zone di produzione della mimosa, fa sapere Asproflor, che ha elaborato i dati di produzione, in particolare nell’area di Liguria e Toscana, hanno fatto salire i prezzi delle scatole di mimosa a 15/20 Euro al chilogrammo all’ingrosso e le quantità disponibili sono molto limitate.

L’invito dell’Associazione dei Produttori Florovivaisti è quello di regalare fiori e piante di mimosa da scegliere nelle reti di vivai e fioristi della propria città. «L’Italia è un Paese tra i primi in Europa per la produzione di piante e fiori», evidenziano Renzo Marconi e Sergio Ferraro, presidente e vice presidente di Asproflor «con un saldo positivo nell’export di 190 milioni di Euro,  vogliamo continuare a esserlo e confidiamo in numeri molto positivi nel 2018».

Il valore della produzione delle aziende florovivaistiche italiane rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale e deriva per il 50% dai comparti fiori e piante in vaso, mentre il restante 50% da piante, alberi e arbusti destinati al vivaismo. Secondo i dati dell’ultimo Censimento Istat, sono circa 18 mila le aziende di produzione che si dedicano ai fiori e piante in vaso e quasi 7.500 quelle attive nella produzione di piante per il vivaismo. «Sostenere il settore è fondamentale», affermano i vertici di Asproflor. «Servono attente politiche pubbliche, ma anche una nuova consapevolezza culturale del consumatore. Da parte nostra facciamo tutto il possibile per condividere passione e lavoro con più persone possibile». E' appena uscita in questi giorni in centomila copie la Guida dei Comuni Fioriti 2018, con tutti i premiati lo scorso novembre a Spello.

Sulla stessa lunghezza d’onda è Coldiretti. Oltre a essere il simbolo della presenza femminile nel mondo, dalla famiglia al lavoro, la mimosa esprime anche un importante valore ambientale perché – spiega l’associazione che raggruppa oltre un milione e mezzo di agricoltori italiani – è realizzata in Italia con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici terrazzamenti che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono. I ramoscelli che verranno regalati sono praticamente tutti di origine nazionale e soprattutto della provincia di Imperia in Liguria dove operano circa 1.500 produttori e si realizza oltre il 90 per cento della produzione italiana. 

 


 

STORIA E CONSERVAZIONE

DELLA MIMOSA

 

La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria.

Dal punto di vista botanico si tratta in realtà di un'Acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all'unica famiglia delle Leguminose. Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico "mimus", dal latino attore mimico.

«Per conservare al meglio la mimosa ricevuta in omaggio», consiglia Coldiretti, «è bene tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in penombra e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore».

 


       

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