CIA: tra caldo rovente e voucher

la situazione nelle campagne è infernale

 

Siccità, costi produttivi e difficoltà a reperire e regolarizzare la manodopera condizionano pesantemente il settore agricolo italiano, con forti cali dei raccolti e ulteriori contrazioni dei redditi aziendali. Si teme un crack da 1,2 miliardi di Euro. 

 

caldo-cia20 Agosto 2012 - «La situazione nelle campagne italiane si fa rovente. Si sommano danni su danni. Ai cali produttivi per caldo e siccità e all’inarrestabile aumento dei costi aziendali, si aggiungono le problematiche connesse alla manodopera. Il saldo negativo al termine dell’annata agraria potrebbe sfiorare 1,2 miliardi di Euro». Questo è l’allarme lanciato dalla Confederazione Italiana Agricoltori che segnala una situazione difficilissima nelle campagne del Paese.

«Le avverse condizioni climatiche – spiega la Cia – portano a una generalizzata contrazione dei volumi prodotti che supera il 25-30 per cento, con punte del 50 per cento per alcuni comparti. L’attuale vendemmia e la prossima campagna olivicola-olearia sono, tra l’altro, condizionate da difficoltà relative alla manodopera: l’eliminazione dei voucher sui campi non agevola le operazioni in campagna. In alcune aziende non si raccoglie perché si hanno problemi nel reperire e regolarizzare gli stagionali».

«Insomma – continua la Cia – mentre la terra "brucia", per l’agricoltura italiana “piove sul bagnato”: senza interventi di sostegno si rischia il crack. Non si arrestano gli aumenti dei prezzi di carburanti, dell’energia, dei mangimi e delle attrezzature, ma calano sensibilmente la produttività e i redditi delle aziende. E a complicare ancora di più la vita nei campi ora è l’ultima ondata di caldo africano di questa estate di fuoco. Ancora per una settimana, quindi, nei vigneti sarà massima allerta per continuo pericolo incendi. Il caldo, con temperature che tra i filari superano i 40 gradi, rende questa vendemmia tra le più difficoltose degli ultimi 50 anni».

«Le uniche notizie positive - conclude la Cia - si registrano sul fronte della qualità delle produzioni. Le uve, ad esempio, si presentano ai massimi livelli organolettici e anche le olive, quasi a fine maturazione sugli alberi, si mostrano, diffusamente, in buono stato tanto da far prevedere un ottima campagna per gli extravergini di qualità italiani».

       

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