Siccità, il piano del Mipaaf
per fronteggiare un'emergenza annunciata
Attivazione del fondo di solidarietà nazionale, aumento degli anticipi dei fondi europei PAC, 700 milioni per migliorare le infrastrutture irrigue
Era prevedibile da tempo e alla fine si è manifestato in tutta la sua gravità lo stato di siccità che sta colpendo il nostro Paese. Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ora ha reso noto che sono state attivate alcune misure di contrasto all'emergenza. Tre gli assi principali di intervento: attivazione del fondo di solidarietà nazionale, aumento degli anticipi dei fondi europei Pac, 700 milioni di Euro per piano di rafforzamento ed efficientamento delle infrastrutture irrigue.
Gli agricoltori stanno subendo danni pesanti dalla prolungata siccità di queste settimane. «Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica», ha fatto sapere il ministro Martina. «Andiamo avanti anche nel piano strategico per dare ai nostri territori infrastrutture irrigue migliori, più efficienti e con meno spreco di acqua. È un intervento necessario guardando agli effetti che il cambiamento climatico sta producendo sempre più spesso sulle nostre produzioni. È un tema cardine che affronteremo anche in occasione del G7 agricoltura di ottobre a Bergamo».
Secondo un'analisi del Crea, ente di ricerca del Mipaaf, nel solo 2016, la temperatura media annua ha segnato un nuovo record, risultando superiore di +1,35 °C, rispetto al trentennio 1961-1990.
A questa situazione, si devono aggiungere le anomalie idrologiche e termiche che hanno caratterizzato gli ultimi mesi, con temperature nettamente superiori alla media (+3,2 °C), associate ad una forte riduzione delle precipitazioni (-53% rispetto alla media del mese di giugno).
La situazione di siccità degli ultimi mesi si è ulteriormente aggravata in maggio e giugno 2017, causando danni su tutto il territorio, con effetti particolarmente gravi soprattutto nei distretti idrografici delle Alpi orientali e della regione padana, dove, ad esempio, il livello idrometrico del fiume Po - dal cui bacino idrico dipende il 35% della produzione agricola nazionale - è sceso 3,23 metri sotto lo zero idrometrico.