Consorzio del Lugana: viticoltori
e florovivaisti in difesa della biodiversità
Per ogni albero estirpato per creare nuovi filari di vite ne sarà reimpiantato un altro su un terreno proprio o pubblico a spese delle aziende vinicole
Il territorio Doc del Lugana, vino bianco gardesano ottenuto dal vitigno Turbiana, ha visto raddoppiare in nove anni la superficie vitata: da 831 a 1.675 ettari. Un vero e proprio boom. Per piantare nuove viti sono stati riconvertiti molti terreni già adibiti ad altre colture, ma è capitato anche di dover sacrificare alberature, in particolare gelsi. Il fatto stride con l’immagine di una viticoltura sempre più associata al rispetto dell’ambiente e del territorio.
È per questo che il Consorzio del Lugana ha stretto un accordo con l’Associazione Florovivaisti Veneti e l’Associazione Florovivaisti Bresciani con l’obiettivo di incrementare il patrimonio “verde” del proprio territorio. Il meccanismo che regola la convenzione è semplice: le aziende associate si impegnano, in caso di interventi che comportino l’eliminazione di alberi preesistenti per fare spazio ai vigneti, al reimpianto di un pari quantitativo di esemplari su un terreno proprio o pubblico, in collaborazione con le Amministrazioni locali. Il tutto a prezzi agevolati grazie all’accordo con le Associazioni florovivaisti partner del progetto. «Un modello virtuoso che ci auguriamo possa essere replicato a livello regionale e nazionale», ha dichiarato Luca Formentini, presidente del Consorzio del Lugana.
Il progetto ha trovato l’immediata disponibilità dei cinque Comuni su cui insiste la DOC: Desenzano del Garda, Lonato del Garda, Pozzolengo, Sirmione e Peschiera del Garda. La prima consegna è prevista per settembre, quando saranno affidate al Comune di Desenzano del Garda 150 piante.
Un momento della conferenza stampa di presentazione del progetto presso la Torre di San Martino a Desenzano del Garda (BS).