Scopazzi del melo in Trentino: 1,54% di piante colpite

Nel corso del convegno web, in diretta su YouTube dalle ore 15 alle 17:30, saranno trattati gli aspetti tecnici, sperimentali e normativi di una delle più gravi e pericolose malattie infettive delle pomacee

ddc scopazzi Giornata frutticola FEM Cles 01 03 03 84 min

Un momento della Giornata frutticola 2023 organizzata dalla Fondazione Edmund Mach

 

Nel corso di un incontro organizzato dalla Fondazione Edmund Mach a Cles (TN) sono stati presentati i risultati dei monitoraggi su 760 mila piante e 210 ettari. Nel 2022 la presenza degli scopazzi in provincia di Trento ha subito un aumento preoccupante arrivando ad una percentuale media del 1,54% di piante colpite. Esclusa la zona della Valsugana, in tutti gli altri areali si osserva un elevato aumento della presenza di piante sintomatiche: in alcune zone l’incidenza supera il 2%.

La malattia rappresenta una delle avversità più temibili per il melo. APOT, che insieme a Melinda e La Trentina ha collaborato all’organizzazione dell’evento, ha evidenziato le azioni promosse dai produttori per il contenimento. Attraverso la presentazione dell’attività sperimentale di campo condotta negli ultimi anni, sono state inoltre descritte le migliori tecniche di produzione delle nuove varietà di melo piantumate sul territorio provinciale.

Secondo i tecnici di FEM a questo punto è necessario mettere in atto un grosso sforzo di estirpo di tutte le piante colpite, considerando che, per tornare a valori accettabili di presenza della malattia, serve qualche anno. L’importanza di eliminare l’inoculo è testimoniata dalla positiva esperienza già vissuta in Valsugana, dove la forte crescita della patologia è stata contenuta dal convinto estirpo delle piante colpite. Il contenimento degli insetti in grado di trasmettere la malattia è una altrettanto fondamentale azione da condurre con attenzione e precisione.

In Provincia di Bolzano l’evoluzione della malattia degli scopazzi è monitorata dal Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige - Beratungsring. Nel corso degli ultimi anni la diffusione è stata molto limitata in tutti i sette distretti produttivi altoatesini. In passato, però, la malattia ha avuto due momenti di forte recrudescenza, il primo nel 2006 e il secondo nel 2013, quando negli areali più esposti alla problematica la percentuale di piante colpite era oltre il 3%.

 

 

       

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