Rinvenuta Xylella a Porto Santo Stefano
in Toscana, le associazioni
italiane accusano l’Europa
Coldiretti, Cia e Confagricoltura difendono l’operato del Servizio Fitosanitario regionale. Forti dubbi invece sui controlli all’interno del continente
Fioccano i commenti dopo che il MIPAAFT ha ufficializzato il ritrovamento da parte del Servizio fitosanitario regionale della Toscana di un focolaio di Xylella fastidiosa nel comune di Monte Argentario, più precisamente nei pressi dell’abitato di Porto Santo Stefano. Dai primi accertamenti è emerso che il batterio appartiene alla sottospecie Multiplex, differente da quella pugliese e finora mai rinvenuta in Italia, ma presente in Francia (regioni Corsica e PACA) e in Spagna.
Tra le piante trovate infette, 13 ginestre, 11 Polygala myrtifolia, tre mandorli, due Calicotome, un rosmarino, una lavanda, un cisto, e un eleagno. Le analisi svolte non hanno evidenziato infezioni a carico di olivi.
«Voglio tranquillizzare le nostre aziende e i nostri clienti», dichiara Francesco Mati, presidente sezione prodotto florovivaistico Confagricoltura Toscana, «perché la zona vivaistica di Pistoia è salvaguardata dato che siamo costantemente sottoposti a controlli a tappeto e questo ritrovamento è proprio la riprova che questi controlli vengono fatti con scrupolo e in maniera non episodica. Quando mandiamo le nostre piante all'estero, oramai copriamo 56 Paesi nel mondo, abbiamo la certezza di esportare piante di totale qualità anche sotto il punto di vista fitosanitario».
Per ora non si conosce l’origine dell'infestazione, ma tra le ipotesi più accreditate, spiega il MIPAAFT nella sua nota, vi è quella dell’introduzione nella zona di piante infette o il trasporto di insetti vettori della malattia, provenienti da località poste al di fuori del territorio italiano.
«Non possiamo nascondere una certa preoccupazione», ammette Luca Brunelli, presidente Cia Toscana, «l’auspicio è che si tratti di un caso isolato e circoscritto e soprattutto che non vada ad interessare le piante di pregio di interesse agricolo, in particolare l’olivo e la vite. Abbiamo piena fiducia nel lavoro del Servizio fitosanitario regionale della Toscana che sta facendo monitoraggi regolari e costanti sul territorio toscano. Quindi evitiamo psicosi e timori per il momento non giustificati visto che tra le piante trovate infette, abbiamo ginestre, mandorli, rosmarino, e altre piante, ma non olivi».
In ogni caso considerata la pericolosità del batterio per molte specie di piante, si procederà immediatamente all’applicazione delle misure fitosanitarie di eradicazione previste dalla normativa nazionale e unionale. Verrà inoltre istituita un’area delimitata comprendente la zona infetta interessata, dove ricadono le piante colpite, e una zona cuscinetto circostante di 5 km dove verrà svolta un'attenta sorveglianza.
«Occorre evitare allarmismi», concorda Coldiretti, «e agire con tempestività ricostruendo al più presto i motivi del contagio». Poi l’affondo. «Il fatto che si tratti di una sottospecie differente da quella pugliese, una variante finora mai rinvenuta in Italia ma presente in Francia e in Spagna è la dimostrazione di come il problema sia europeo, come d’altro canto tutte le recenti emergenze di carattere fitosanitario».
Anche Mati non risparmia critiche all’operato dell’Europa. «Questa scoperta conferma ciò che da tempo diciamo, e che cioè oramai il nostro continente è sotto attacco da fitopatologie provenienti dall'altra parte del mondo a causa di uno scarso controllo entro i confini europei delle merci in entrata».
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