Sole, le precauzioni per gli operatori florovivaistici
Indispensabile per la salute delle ossa, fa bene al sonno e all’umore. Ecco come prendere solo il buono del sole, senza rischi per la pelle
Non tutti abbiamo la stessa pelle ed è importante sapere a quale fototipo apparteniamo (vedi tabella sotto riportata): più basso è il fototipo e maggiore sarà il rischio di malattie della pelle a seguito di un’esposizione ai raggi solari lunga e non protetta. A doversi tutelare però non sono solo i soggetti con fototipo basso: anche chi assume farmaci fotosensibilizzanti come alcuni antibiotici, antinfiammatori, diuretici farebbe meglio ad attuare alcune strategie di protezione. Già, ma quali? Ecco le indicazioni del portaleagentifisici.it, realizzato dal Laboratorio di Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Usl Toscana Sud Est con la collaborazione dell’Inail e dell’Azienda Usl di Modena.
Per quanto possibile, organizzare il lavoro all’aperto in maniera tale che – durante le ore della giornata in cui gli UV sono più intensi (dalle 11 alle 15 ora solare e dalle 12 alle 16 ora legale, anche quando è nuvolo!) – si privilegino i compiti che si svolgono all’ombra.
N.B. Chi lavora in serra è al sicuro: il vetro blocca quasi totalmente la trasmissione della radiazione ultravioletta!
Indossare un cappello a tesa larga e circolare (di almeno 8 cm) che fornisca una buona protezione non solo al capo ma anche a orecchie, naso e collo. Evitare quelli da baseball con visiera, che lasciano scoperte orecchie e collo.
Non stare a torso nudo ma indossare abiti leggeri e larghi, di colori chiari (più sono scuri e meno proteggono), preferibilmente in tessuti “anti-UV” o comunque a trama fitta, in cotone+poliestere (il solo cotone lascia passare fino al 30% della radiazione ultravioletta).
Non bagnare gli indumenti: si riduce la loro capacità di schermare i raggi.
Utilizzare creme solari con fattore di protezione (SPF) inversamente proporzionale al proprio fototipo: tanto più la pelle è chiara e quindi sensibile ai raggi solari, tanto maggiore deve essere l’SPF (Solar Protector Factor). Due avvertimenti su questi prodotti:
1) essi integrano ma non sostituiscono i metodi fisici di protezione dalle radiazioni UV (indumenti, cappello, occhiali, ombra);
2) andrebbero scelti in accordo con il medico o il farmacista, indicando precisamente le sostanze (antiparassitari, fertilizzanti ecc.) e le essenze (bergamotto, ombrellifere ecc.) con cui si prevede di entrare in contatto, al fine di evitare effetti fotoallergici e fototossici.
[Fonte box: Fondazione Veronesi]
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