LAVANDA, il profumo dei ricordi
“La vita comincia da qualche parte con il profumo della lavanda” sostiene lo scrittore errante André Aciman. Ebbene sì, ci sono odori che sono depositi di storie, stanze segrete in cui è chiusa a chiave la nostra memoria. E ogni volta ci riportano in quel luogo e in quel tempo in cui si è costruito il ricordo
“Un colore e un profumo che sanno di casa, che sanno di mamma… adesso, come tu volevi, potrai preparare i sacchetti di lavanda per la biancheria. Buon compleanno TVB, Martina”. Al telefono, una giovane cliente mi ha appena dettato questo biglietto per il compleanno della sua mamma. I nostri giovani, ormai lontani per ragioni di lavoro, chiamano noi fioristi per essere presenti con i fiori nei giorni importanti. Si sente nelle righe di Martina la mancanza di casa, di una mamma che l’ha cresciuta nell’amore tra fiori, lenzuola profumate e bontà di sentimenti.
La Lavanda col suo profumo benefico di antica tradizione è un fiore da sempre amatissimo dal pubblico, soprattutto quello femminile. Forse perché è stato sempre un valido alleato sia in ambito medicinale che domestico. Il suo nome deriva dal latino “lavare” e si riferisce all’abitudine degli antichi romani di profumare l’acqua delle abitazioni e delle terme con l’essenza dei suoi fiori.
È talmente forte nell’immaginario delle persone, forse perché si pensa alle distese fiorite della Provenza, che qualsiasi pianta blu espongo, muscari, lobelia, campanule… tutti esclamano: «Lavanda!».
La prima pianta che porto in negozio è la Lavandula stoechas: bella, profumata, selvaggia. La spiga quadrangolare è compatta con le brattee che la coronano.
Julie, dolce amica-cliente francese, vera conoscitrice di piante, la chiama con il suo delizioso accento d’Oltralpe «Lavande papillon!». È questo il nome popolare della L. stoechas in Francia. Effettivamente guardandola bene assomiglia a una farfallina o al famoso cravattino.
Tutti sono attratti dalle mie lavande, gente di strada e api comprese, benvenute! In piena città il profumo fa arrivare i piccoli insetti: ronzano felici intorno alla pianta, poi curiose entrano anche in negozio per assaggiare gli altri fiori. Infine soddisfatte volano via, chissà dove, forse verso le loro arnie.
Piccole amiche, cosa sarebbe la vita senza il vostro operato e il dolcissimo miele che producete, quello di Lavanda poi è davvero una prelibatezza!
Da maggio a giugno la L. stoechas cede il posto alla L. officinalis. Dall’essenza di quest’ultima si ottengono il miglior olio e il miglior profumo. I fiori minuti si addensano in spighe lunghe su steli sottili rigidi e ben eretti al di sopra del fogliame. In Italia viene chiamata popolarmente anche “Spiga di San Giovanni”. L’acqua profumata di lavanda era venduta al mercato sulla piazza antistante la basilica di San Giovanni in Laterano a Roma alla vigilia della festa che ricorre il 24 giugno.
Anche in casa si può creare un’ottima acqua profumata. Ecco la ricetta: macerare per 15 giorni 60 g di sommità fiorite di lavanda in 1 litro di alcool non rettificato. Se invece volete preparare i sacchetti per la biancheria: 220 grammi di fiori di lavanda privi di fusto; timo o menta essiccati 14 g ciascuno, chiodi di garofano e cumino 7 g ciascuno; sale grosso asciutto 20 g; il tutto va ben mescolato e posto in sacchetti di seta o tela o lino.
Martina ha ragione, forse i nostri ricordi iniziano proprio con il profumo di Lavanda nel primo abbraccio di nostra madre!
[Tratto da IL FLORICULTORE, Maggio-Giugno 2016]