Cresce la percentuale
di pesticidi nelle acque
Lo afferma Ispra: pesticidi nel 64% di fiumi e laghi. Trovate fino a 48 sostanze diverse in un solo campione. Sale anche la contaminazione sotterranea. L’area più colpita è la pianura padano-veneta
L’allarme è stato lanciato nell’ultimo Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque (dati relativi al biennio 2013-2014) presentato dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale-Ispra. Le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) presentano tracce di pesticidi nel 63,9% dei monitoraggi (nel 2012 era il 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% (31% nel 2012).
Durante i controlli sono state trovate 224 sostanze diverse. «Un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012)», spiega l’Ispra, «che indica una maggiore efficacia delle indagini condotte». Quelle rinvenute più di frequente sono ancora gli erbicidi, ma è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali sono 274 i punti di monitoraggio (21,3% del totale) che hanno mostrato concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale; in quelle sotterranee 170 (6,9% del totale).
Più che in passato, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, contenenti anche decine di componenti diversi. Ne sono state trovate fino a 48 sostanze in un singolo campione. La tossicità di una miscela è sempre più alta di quella dei singoli componenti. L’Ispra indica che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta, dove si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell’intera rete nazionale e le indagini quindi sono più efficaci. In alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa rispetto al dato medio nazionale, arrivando a oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la situazione è particolarmente critica in Sicilia, 76% dei punti, Friuli 68,6% e Lombardia 50%.