Confagricoltura Savona: un appello per un maggior riconoscimento del florovivaismo e soluzioni concrete
In occasione dell'Assemblea generale di Albenga di fine Luglio 2023 dal presidente Luca De Michelis sono pervenuti aggiornamenti sulla situazione nazionale, regionale e provinciale del comparto agroalimentare. Due le proposte per la Piana Ingauna emerse dal dibattito con i soci intervenuti
Il presidente di Confagricoltura Savona Luca De Michelis
Orgogliosi di essere italiani, capaci di cose che altri in Europa non sono in grado di fare e impegnati da anni nella riduzione delle emissioni nocive, gli agricoltori chiedono un maggior riconoscimento del loro comparto in quanto strategico a livello nazionale per la tenuta sociale, ambientale e territoriale. Questo uno dei messaggi lanciati da Luca De Michelis, Presidente di Confagricoltura Liguria e di Confagricoltura Savona, nel corso dell'Assemblea generale di quest'ultima, tenutasi ad Albenga a fine Luglio.
Sul fronte ambientale il Presidente ha commentato l'approvazione al Parlamento Europeo della legge sul ripristino della natura: «Noi Confagricoltura abbiamo chiesto un rigetto perché in questi ultimi anni ci è stato chiesto di produrre di più e noi vogliamo farlo perché l'elemento centrale è la terra. Ridurre del 10% la capacità produttiva significa un danno elevatissimo per le imprese agricole. Nel merito voglio ricordare che l'agricoltura non è solo produrre, ma garantire a tutti cibo sicuro in quantità e qualità».
In ambito regionale, De Michelis ha rassicurato sui buoni rapporti con il governo, in particolare con l'assessore all'agricoltura Alessandro Piana, con il quale Confagricoltura è impegnata a rivedere il nuovo Programma di Sviluppo Rurale.
Per quanto riguarda la provincia di Savona, l’annata 2022 non è stata soddisfacente, soprattutto per le piante in vaso della pianura di Albenga. La colpa è dei “soliti noti”: avversità atmosferiche, guerra russo-ucraina, rincari energetici, strascichi della pandemia. Nel corso del dibattito sono stati evidenziati due problemi che interessano proprio la Piana Ingauna: le “zone rosse”, applicate sul territorio da oltre 30 anni con molti divieti che dovrebbero essere eliminati, e la necessità di creare bacini acquiferi per riutilizzare l’acqua e garantirne la disponibilità alle imprese agricole locali.
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