Estorsioni al Mercato dei Fiori,
sette arresti nel napoletano
Operazione congiunta dei Carabinieri e della Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Napoli nei confronti del “Clan Cesarano” di Castellammare di Stabia
All’alba del 22 maggio, i Carabinieri e la Guardia di Finanza di Torre Annunziata (NA) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, in carcere e ai domiciliari, nei confronti di sette individui ritenuti responsabili di concorso in estorsione e lesioni personali, con l’aggravante di aver commesso il fatto per finalità mafiose.
Un comunicato della GDF – Comando Provinciale di Napoli precisa che il «provvedimento scaturisce da un’articolata attività di indagine originata nel 2014, allorquando in concomitanza con la scarcerazione del boss D.M.L. (alias “o’profeta”), elemento apicale del clan Cesarano, venivano registrati all’interno dell’area denominata “Mercato dei fiori”, la zona florovivaistica più importante del Sud Italia sita tra i Comuni di Castellammare di Stabia e Pompei, una serie di episodi di natura estorsiva».
Pur in mancanza di diretti riscontri e conferme nei commercianti del posto, l’Arma dei Carabinieri di Torre Annunziata e dalla Guardia di Finanza di Castellammare di Stabia avviavano immediatamente le indagini. L’attività ha permesso «di identificare con certezza gli esattori del clan ed accertare che le somme estorte venivano consegnate “il 10 di ogni mese” dagli imprenditori operanti all’interno del medesimo “Mercato dei fiori”. Gli operatori economici che non pagavano venivano violentemente percossi a scopo intimidatorio anche da appartenenti ad altri clan».
Il silenzio opposto dai commercianti è stato interpretato dagli investigatori come una «dimostrazione del clima di vessazione ed omertà che contornava gli operatori del medesimo "Mercato dei fiori"».
Sono stati ricostruiti i rapporti tra gli affiliati dei “clan Cesarano”, operativo tra Pompei e Castellammare di Stabia, e “Pecoraro-Renna”, operativo invece nella Piana del Sele e nell’alto salernitano. «Oltre ad imporre il racket nella sua forma tradizionale con pagamenti a cadenza mensile», precisa il comunicato, «le indagini hanno dimostrato che gli indagati avevano altresì appositamente creato la società “Engy Service s.r.l.”, un’azienda di intermediazione trasporti, allo scopo precipuo di avere il monopolio delle spedizioni di fiori, bulbi e vasellame, provenienti prevalentemente dai Paesi Bassi, con annesso scarico merci che veniva effettuato all’interno del “Mercato dei fiori” e successivamente instradato verso l’intero Sud-Italia». Le vittime venivano obbligate ad avvalersi di tale azienda di intermediazione per effettuare il trasporto e lo scarico merci, subendo quindi un ulteriore aggravio sulle spese.
Un altro brutto episodio che conferma come il business delle agromafie in Italia sia capace di insinuarsi in ogni settore, nonostante l’intensa attività svolta dalla magistratura e dalle forze dell’ordine.