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Ladri di fronde verdi in azione in Liguria

 

Il presidente regionale di Coldiretti Calleri: «È una vera e propria razzia». Ronde notturne dei floricoltori. Ma chi sono i ricettatori?

 

Il verde rende. A dispetto degli anni di crisi che si sono susseguiti uno dietro e l’altro. Non c’è altra spiegazione per quel che sta succedendo da tempo nel ponente ligure. Ladri, o farabutti, scegliete voi tanto la questione non cambia, armati di falcetto fanno piazza pulita delle fronde verdi che si coltivano in Val Maremola e anche nella piana di Albenga, nel savonese. Rubano Pittosforo tenuifolia, Ruscus ed Eucaliptus, ma anche mimosa e gelsomino, a seconda della stagione.

Il fenomeno non è nuovo, però nelle ultime settimane sembra esserci stata una recrudescenza, tanto da indurre alcuni floricoltori a fare la ronde ai terreni più isolati. Naturalmente perché i ladri del «tesoro verde» possano sopravvivere occorre anche la presenza di un mercato parallelo clandestino, cioè di ricettatori che acquistano a minor prezzo e poi smerciano i pregiati prodotti floricoli trafugati.

«È una vera e propria razzia», denuncia il presidente regionale della Coldiretti, Gerolamo Calleri. «Una situazione da incubo per molti coltivatori diretti che, già provati dalla grave crisi, faticano ora a tirare avanti». Il metodo con cui vengono commessi i furti – spiegano all’Associazione – provoca ferite agli arbusti fino a compromettere lo sviluppo per l’annata seguente. 

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