Oidio su fragola: il punto sulla lotta
con metodi alternativi alla chimica / 2
Seconda puntata sulle ricerche condotte dalla Fondazione Mach di San Michele all'Adige (TN) sulle principali fitopatie dei piccoli frutti
Tra gli esiti delle attività svolte presso la sede di Vigalzano (TN) della Fondazione Edmund Mach per favorire un'agricoltura sostenibile e metodi alternativi alla chimica, illustrati nel Focus svoltosi lo scorso 13 marzo a San Michele all’Adige (TN), merita attenzione la sperimentazione per il contenimento dell’oidio su fragola.
Daniele Prodorutti ha spiegato che l’oidio è la principale patologia fungina della fragola sotto tunnel e può infettare tutte le parti aeree della pianta. Le varietà di fragola rifiorenti, visto il lungo ciclo produttivo e la loro suscettibilità, presentano i maggiori problemi di contenimento di questa patologia. Le sempre maggiori restrizioni di utilizzo delle sostanze attive di sintesi rendono necessario lo sviluppo di nuove tecnologie e la valutazione dell’efficacia di prodotti di origine naturale, microbiologica o a basso impatto.
I ricercatori hanno presentato alcune esperienze sperimentali di contenimento dell’oidio, valutando l’efficacia di prodotti di origine naturale e di un concime a base di microelementi con una possibile azione nei confronti di organismi patogeni. Le prove sperimentali con un prodotto a base di olio essenziale di arancio su cultivar di fragola unifera hanno dimostrato una buona efficacia sia in serra che in condizioni di campo. Per il contenimento dell’oidio su fragola rifiorente sarà necessario svolgere ulteriori prove utilizzando diverse tecniche agronomiche e di difesa integrata.
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